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Machiavelli E La Religione

Essay by   •  September 24, 2011  •  Essay  •  1,333 Words (6 Pages)  •  2,151 Views

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MACHIAVELLI E LA RELIGIONE NEI "DISCORSI SOPRA LA PRIMA DECA DI TITO LIVIO"

BREVE INTRODUZIONE AI DISCORSI:

Quest'opera, è costituita da una serie di considerazioni su svariati argomenti che l'autore ricava dal testo di Tito Livio, famoso storico latino vissuto dal 59 a.C. al 17 a.C. I Discorsi constano di tre libri che trattano differenti argomenti. Il libro primo riguarda problemi di politica interna; il libro secondo si concentra invece sulla politica estera(guerra) nei capitoli iniziali, ma poi spazia in argomenti di vario genere. Infine, il terzo, che secondo il progetto originale di Machiavelli avrebbe dovuto occuparsi dell'importanza che ebbero i grandi uomini nella vita di Roma, di fatto offre riflessioni anche su altri temi non previsti. Per quanto riguarda la data di composizione dei Discorsi non può essere indicata in modo preciso. Sicuramente furono iniziati prima della stesura del Principe, interrotti, e poi ripresi. Probabilmente quindi Machiavelli si dedicò all'opera dal 1513 e non oltre il 1519(alcuni studiosi indicano come data conclusiva il 1517). Furono pubblicati solo dopo la morte dell'autore.

LA CONCEZIONE RELIGIOSA DI MACHIAVELLI NEI DISCORSI

Machiavelli, nei suoi Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio dedica cinque interi capitoli alla religione. In generale Machiavelli vede la religione come elemento essenziale e costitutivo di uno Stato. La prospettiva da cui analizza la religione è però prettamente esteriore; egli infatti si basa sui risultati e sulle conseguenze del sentimento religioso nella vita associata e non sul suo significato interiore. La religione serve a scopi pratici come quello di comandare gli eserciti, animare la plebe e favorirne la disciplina permettendo così nuove conquiste per lo Stato. Perciò, come dice Machiavelli nei Discorsi, è fondamentale che coloro i quali detengono il potere favoriscano anche il sentimento religioso nel popolo in modo tale da mantenere la repubblica unita e buona. Partendo da questo presupposto, secondo il quale Machiavelli valutava la religione in base al contributo che può offrire allo Stato e alla sua governabilità, si possono analizzare altre sue posizioni collegate allo stesso argomento. In particolare è bene sottolineare due aspetti fondamentali: la sua preferenza per la religione pagana rispetto alla cristiana; e l'aspra polemica contro la Chiesa ed in modo particolare contro la curia papale.

DELLA RELIGIONE DE'ROMANI (Discorsi I,XI)

Machiavelli vuole dimostrare l'importanza fondamentale della religione per i Romani che, anche in questo caso, vengono presi come esempio positivo nella sua analisi. Egli sottolinea come Numa, colui che introdusse la religione a Roma, sia stato di fondamentale importanza perché, proprio grazie alla religione, gli uomini hanno rispettato le leggi dello Stato, favorendone così sopravvivenza e prosperità prolungate. "E come la osservanza del culto divino è cagione della grandezza delle repubbliche, così il dispregio di quello è cagione della rovina d'esse"(XI,18). Le repubbliche che disprezzano la religione sono quindi destinate alla futura rovina. Machiavelli, come alternativa alla religione, propone il forte potere di un principe che generi timore nel popolo ed una ferrea osservanza delle leggi. Tuttavia, subito dopo chiarisce che, in ogni caso, tutto ciò si limiterebbe alla vita del principe, che una volta morto difficilmente potrebbe avere un successore altrettanto virtuoso. Attraverso la religione, invece, lo Stato può raggiungere una stabilità più duratura.

DI QUANTA IMPORTANZA SIA TENERE CONTO DELLA RELIGIONE, E COME LA ITALIA , PER ESSERNE MANCATA MEDIANTE LA CHIESA ROMANA è ROVINATA.(Discorsi I,XII)

Machiavelli dichiara ancora una volta l'importanza politica della religione. I prìncipi di una repubblica o di un regno devono preoccuparsi di mantenere ben saldi i principi religiosi e tutte ciò che è legato ad essi, anche se li giudicano falsi. Porta, a questo proposito, l'esempio della statua di Giunone che parla. Ovviamente Camillo ed i principi della città sanno bene che la statua non può aver parlato o mosso il capo, ma lasciano che il popolo lo creda proprio perché negarlo sarebbe controproducente per il mantenimento dei "buoni costumi" tra le masse . Ancora una volta la religione è strumento utile ai fini dello Stato. Machiavelli però si espone positivamente solo a favore della religione pagana, ma non di quella cristiana alla quale attribuisce due colpe. La prima è quella di

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